Humac

Humac

Poggiano su milioni di anni in pietra i miei piedi

Son fatti di cotanto materiale ma di fluidi più rapidi, ineterni

Un giorno muore di nuovo

Ed un nuovo verra’ forse domani

La pietra lo sa e me lo dice

Impedendo ai nostri atomi gemelli di penetrarsi

S’addensa sotto di me ancora calda del sole che non l’ha apparentemente scalfita

Un bacio, un attimo

Anch’esso scandito dal tempo che tutto unisce e prosegue

Odo ronzii d’uomo che la pietra neanche avverte

Inutili o meglio inesistenti per lei

Ritmi diversi conducono entrambi allo stesso perché

Che a me ancora sfugge e per questo vivo

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