Poggiano su milioni di anni in pietra i miei piedi
Son fatti di cotanto materiale ma di fluidi più rapidi, ineterni
Un giorno muore di nuovo
Ed un nuovo verra’ forse domani
La pietra lo sa e me lo dice
Impedendo ai nostri atomi gemelli di penetrarsi
S’addensa sotto di me ancora calda del sole che non l’ha apparentemente scalfita
Un bacio, un attimo
Anch’esso scandito dal tempo che tutto unisce e prosegue
Odo ronzii d’uomo che la pietra neanche avverte
Inutili o meglio inesistenti per lei
Ritmi diversi conducono entrambi allo stesso perché
Che a me ancora sfugge e per questo vivo
